Altro che riposo! Come cambia il concetto di “vacanza” quando si diventa mamme…

di Giada Sundas | 20.06.2017

La senti questa piacevole brezza d’Averno, madre? L’estate è qui, di nuovo. Giunta con il consueto preavviso che la contraddistingue. Ieri lo scaldasonno, oggi aria condizionata a temperatura di abbattitutura del salmone.

Te lo ricordi quando l’avvicinarsi delle vacanze lasciava presagire riposo, relax e spensieratezza? Quando una destinazione valeva l’altra, le valigie si preparavano all’ultimo, alle tue ascelle ci pensava l’estetista e sull’aereo indossavi i tappi per le orecchie? Oggi sei madre e le tue vacanze richiedono un briciolo di organizzazione in più.

Dicembre:

È già passato un mese da quando hai iniziato a cercare una struttura per le vacanze. È tardi, se non troverai quella giusta entro pochi giorni farete le vacanze al Lido Risaia Parboiled di Caresanablot.

Gennaio:

Dopo lunghe notti insonni di TriVaGo, un tunnel carpale, carpiato e carpet, hai trovato un carinissimo villaggio turistico a Cesenatico, l’unico sul territorio nazionale pet friendly, child friendly e ascellapelosa friendly.

Febbraio:

È ora di comprare le creme solari, in questo periodo costano meno.

Questa ha i filtri uva, uvb e tvb, quest’altra ha l’aloe vera, questa qui ti trasforma in raggio missile, questa no, ha i parabelli, scusi ma quella lì con la bambina col culo fuori non c’è più?

Marzo:

Ci sono gli sconti da decathlon, prepari una spedizione per comprare i costumi da bagno per tutta la famiglia. Quelli dell’anno scorso non vanno più bene: ai tuoi bambini vanno a perizoma, tuo marito si lamenta della retina reggiscroto e a te saltano fuori le tette ad ogni respiro.

Aprile:

Al primo caldo decidi di iniziare lo spannolinamento. Quest’anno no, neanche per sogno che ti fai le vacanze con il borsone del cambio, tanto che ci va? In un paio di settimane sei a posto. La missione comporta due lavatrici al giorno e mille euro di Dixan.

Maggio:

L’albergo ha chiamato dicendo che la stanza prenotata non è disponibile, starete in una singola di tre metri quadrati senza il bidet, le creme solari sono scadute, non hai mai beccato una pipì e i costumi sono già piccoli.

Giugno:

La scuola è finita e la partenza si avvicina, hai sulle spalle la stanchezza accumulata di un anno. Avvisi la famiglia che quest’anno non te ne frega niente, possono anche ammazzarsi a vicenda, tu vuoi riposarti e prendere il sole in pace.

Luglio:

Incominci a preparare le valigie, tutte e sedici. Le apri sul pavimento e le riempi un po’ ogni giorno. Una per il necessario, una per il nonsisamai, una per i cosmetici, una per le medicine, una per le scarpe, una per i giochi, una per i libri che non leggerai, una per le mutande, una vuota per i souvenir e i cappelletti secchi… Gli ultimi giorni prima della partenza vi vestite a sacchi di iuta.

Agosto:

Avete fatto quindici ore di viaggio, dove, ogni trenta chilometri, qualcuno doveva fare pipì, facendo tappa in tutti gli autogrill sul percorso. La metà erano falsi allarmi.
Ti sono arrivate le mestruazioni nell’esatto istante in cui hai varcato le porte della hall.
Hai dimenticato a casa gli spazzolini.
Tuo marito crede di essere Ironman e, al primo giorno di mare, assume la colorazione di una susina. Si lamenterà fino all’ultimo giorno.
Non appena ti appoggi alla sdraio e apri un libro “mamma ho fame”, “mamma ho caldo”, “mamma il gelato”, “mamma andiamo a fare il bagno?”. Dopo una settimana hai letto solo “a mia moglie…”
Hai gonfiato un’orca di plastica fedelmente riprodotta, a fiato. Trascorrerai il resto della vacanza nel reparto rianimazione dell’ospedale.

Ti sdrai dieci minuti sul materassino sulla riva e ti addormenti, ti risvegli in Serbia. La cosa, in fondo, non ti dispiace.

Rifatte le valigie, ripercorso la strada a ritroso e rientrati a casa, sei più stanca di quando sei partita e, adesso, ti tocca anche far andare quarantasei lavatrici.

Prossimo anno Lido Risaia Parboiled.

L’AUTRICE E IL LIBROGiada Sundas ha ventiquattro anni e da due anni è diventata mamma. Una mamma fenomeno della rete: Giada racconta sui social la sua esperienza della maternità,  con freschezza e ironia. Il suo romanzo d’esordio, edito da Garzanti, si intitola Le mamme ribelli non hanno paura, e racconta la storia di Giada dal giorno in cui la piccola vita di Mya, sua figlia, ha cominciato a crescere dentro di lei. Giada ha letto tutto sulla maternità, libri e manuali, per assicurarsi di dare alla sua bambina una vita “perfetta”, ma se c’è una cosa che la maternità le ha insegnato è che, nonostante i consigli degli altri, è proprio sbagliando che si impara. Le mamme ribelli non hanno paurariporta la sua esperienza di madre imperfetta ma imperterrita, perché il mestiere di madre si impara ogni giorno, sul campo…

Fonte: www.illibraio.it