Alla fattoria di Kite’s Nest, nel cuore della campagna inglese, le mucche – ma anche le pecore, i maiali, le galline – vivono in piena libertà: possono scegliere autonomamente come muoversi, dove pascolare, chi frequentare, come trascorrere il loro tempo. E, lasciate libere, esprimono tutta la loro particolarissima identità: Chippy Minton, per esempio, non riesce a dormire con le zampe sporche di fango, e tutti i giorni fa ritorno al fienile per pulirsi. A Cicciotta gli uomini stanno più simpatici delle donne. Il toro Jake invece ha un vizio: sembra sia diventato dipendente dai fumi di scarico di un vecchio Land Rover. Gemima, la mucca più fiera e indipendente, saluta tutti quasi irritata, scrollando la testa.
Rosamund Young arriva nelle librerie italiane per Garzanti con La vita segreta delle mucche, ironico ed emozionante racconto in cui l’autrice accompagna i lettori tra i campi della tenuta di famiglia, e svela come le mucche amano, giocano e si legano fino a formare amicizie in grado di durare per sempre, mostrando il mondo e la vita degli animali da una prospettiva nuova, e riportandoci a contatto con una natura affettuosa e materna…
Su ilLibraio.it, per gentile concessione dell’editore, proponiamo la prefazione d’autore, firmata da Alan Bennett
Quando, per caso, ho scoperto La vita segreta delle mucche, ho pensato che il titolo fosse una battuta. Ma non lo è: il libro parla proprio di questo. È delizioso, anche se, nella misura in cui ci rivela che le mucche (e, in effetti, anche le pecore e persino le galline) hanno molta più consapevolezza e competenza di quante gliene siano mai state riconosciute, la lettura può rivelarsi abbastanza deprimente, dato che ci obbliga a ribaltare la nostra visione del mondo.
Se il libro fosse stato scritto dal solito fanatico si potrebbe liquidare come il frutto di una mente un po’ eccentrica, ma Rosamund Young gestisce la sua fattoria bio nel Worcestershire, Kite’s Nest [Nido del nibbio], da prima che il «bio» nascesse. È un posto dove il fattore riconosce da quale mucca è stato munto il latte solo assaggiandolo, e Young porta avanti la battaglia contro l’allevamento intensivo nel modo più semplice e convincente che io abbia mai letto, basandosi sul puro buonsenso.
Un elemento curioso di queste pagine è che, sebbene esplori nel dettaglio il comportamento dei bovini e le loro differenze di carattere e punti di vista, l’autrice non sfiora nemmeno il tema dell’accoppiamento tra mucche e tori, né spiega se la loro personalità, così accuratamente analizzata in tanti altri contesti, emerga anche in questa circostanza. Ci sono mucche più ritrose di altre? Ce ne sono di più disinibite? Ma può darsi che questa reticenza sia dovuta al suo grande rispetto per gli animali di cui si occupa, nella convinzione che le mucche abbiano diritto alla loro privacy tanto quanto le persone a cui sono state affidate.
In ogni caso, si tratta di un libro che cambia il modo di guardare il mondo, perché quegli stupidi animali non sono così stupidi come ci piacerebbe credere. Un libro che cambia il modo in cui si vedono le cose, tanto che oggi, quando passo accanto a un pascolo di mucche, mi sorprendo a interrogarmi sulle loro amicizie e i loro punti di vista, un’idea che, prima di aver letto il libro di Rosamund Young, avrei ritenuto bizzarra, o semplicemente sciocca. Ora non più.
(continua in libreria…)
Fonte: www.illibraio.it