Le poesie di Antonia Pozzi (1902-1938) sono lo specchio fedele di un’esistenza tormentata e precocemente, tragicamente conclusa. Cantano con delicatezza non comune l’amore impossibile per Antonio Maria Cervi, suo professore di greco e latino, il dolorosissimo allontanamento impostole dal padre, e infine il vuoto, il senso divorante di solitudine confortato soltanto dalla natura e da quel «grembo di monti» che era per Antonia il più caro rifugio. Questo volume raccoglie alcune delle sue poesie più intense, apprezzate da Eugenio Montale e ammirate da T.S. Eliot per la loro «musicalità», «purezza» e «onestà di spirito».
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