La poesia di Antonio Riccardi mostra una singolare compattezza. Procede per scavo e ripresa, per approfondimenti e variazioni sul tema, esplorando con appassionata insistenza alcuni territori elettivi: il podere di Cattabiano nell’Appennino parmense, teatro naturale e arca di memorie familiari; l’amore, che è conforto ma anche rischio, pericolo; il lavoro come «guerra», impegno, espiazione; l’esercizio della scrittura, la possibilità di distillare la vita in parole di verità. Questa raccolta completa dell’opera in versi, che comprende oltre ai libri pubblicati (Il profitto domestico, Gli impianti del dovere e della guerra, Aquarama e altre poesie d’amore, Tormenti della cattività) anche testi inediti, efficace compendio di un percorso iniziato nel 1987, restituisce il profilo di un autore sobrio ed essenziale e testimonia di una lingua poetica in cui l’incisività e l’assertività del dettato non sono che il rovescio di un’inquietudine profonda di fronte all’imperscrutabile ferocia della realtà. Perché la parola non è di per sé stessa il fine di questa poesia attraversata da una forte tensione concettuale e conoscitiva, ma una chiave per decifrare le leggi della natura e degli uomini, una via per trovare ancoraggi e riferimenti stabili.
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