Galles, anni Trenta. Davanti a sé Manod ha solo il mare. Un’infinita distesa a perdita d’occhio. Al di là, c’è tutto quello che lei non può avere. Al di là, c’è una realtà eterea fatta della stessa sostanza dei sogni. Lei invece vive su una piccola isola da cui non si può scappare se si è donna. Cercare fortuna e una vita diversa nel continente è un affare solo maschile. Lei può ricamare su ciò che le accade intorno in quel mondo pieno di leggende o su quello che vorrebbe accadesse. Nulla più. Fino all’arrivo di due studiosi attratti dall’anima selvaggia e arcaica dell’isola. Vogliono carpirne i misteri e decifrarne i sussurri oltre il vento che ne sferza le coste. Manod li segue e si nutre dei loro racconti. Parlano di libri, di mode, di modi di pensare che lei non ha mai conosciuto, ma di cui non riesce più a fare a meno. Eccola, la libertà che ha sempre immaginato. Eccola, impersonificata in un uomo e una donna che hanno potuto scegliere. Manod si sente sempre più stretta tra due fuochi: la voglia ribelle di creare il suo destino lontano da lì e la forza delle radici che la legano a quel luogo, alle sue tradizioni e alla sua famiglia. A colpe e segreti che sembrano insuperabili. Ma quando un vento nuovo soffia è difficile non ascoltarlo, come le hanno insegnato le storie di quel lembo di terra. L’odore del mare è freddo, eppure trascina verso di sé.
Un esordio unico, che ha acceso aste in tutta Europa, arriva anche tra le mani dei lettori italiani. Una ragazza, un mare che sembra invalicabile, e la forza di un desiderio. Perdersi nella scrittura di Elizabeth O’Connor è struggente e salvifico
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