L’autenticità nel cogliere e la magistrale abilità nel restituire fedelmente la comunione di sensi e d’animo col tutto, le suggestioni di una sensualità «rapita fuor de’ sensi», sono la conquista più originale di D’Annunzio: l’io si dissolve e si affaccia un rapporto nuovo, non esprimibile per via razionale, con le cose; la realtà si condensa in una vertiginosa fuga di trasposizioni interiori. D’Annunzio rivela una sapienza espressiva – linguistica, metrica, musicale e strutturale – straordinaria, potenzia la carica allusiva della parola fino al limite delle sue possibilità, diviene poeta-veggente, decifratore dell’ineffabile interiore, di un mondo inesplorato ed esplorabile solo con gli strumenti dell’intuizione.
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