In qualunque storia del romanzo moderno, a prescindere dai metodi e dal gusto di chi la scrive, Tolstoj e Dostoevskij sono inevitabilmente destinati a occupare i capitoli centrali. Nelle loro opere si espandono e giungono a piena maturazione i caratteri maggiormente significativi della grande narrativa dell'Ottocento: il senso del drammatico della storia e dei conflitti sociali, la riflessione individuale, le passioni più pure e quelle più torbide, l'introspezione e l'analisi minuziosa e profonda dell'animo umano.
In Tolstoj o Dostoevskij George Steiner pone a confronto i due grandi maestri con rigore e slancio, riconoscendo nelle loro opere le massime espressioni della scuola russa, e il momento in cui essa si solleva con più decisione al di sopra delle altre esperienze europee.
Al critico non importa stabilire supremazie; al contrario, punta l'obiettivo sulle differenze e sulla complementarità fra i due scrittori, verificando in partenza come Tolstoj trasfonda nel genere romanzo l'esemplarità scultorea dell'epica omerica, mentre Dostoevskij vi riproduce il dinamismo tragico di Shakespeare e dei massimi drammaturghi del canone classico.