Guadagno è il vuoto. E, poiché tutto tocca
tutto e contiene, un corpo sarà distanza
tra distanze, non presenza: trabocca
nel sé comunque un po’ di sangue altrui,
nelle più accese luci hai molti bui.
Istruzioni per dipingere è l’opera di un poeta e pittore che riflette sul rapporto tra sguardo e mondo. Ispirandosi al suo stesso lavoro artistico, Gardini riflette sui modi in cui l’esperienza vissuta – l’osservazione della natura, le avventure dell’interiorità, l’amore, l’amicizia, la malattia – si possa e debba trasformare in un’immagine da contemplare e da cui trarre un senso duraturo.
Riaffermando il classico binomio pittura-poesia, il dipingere si rivela un’arte del vivere, e si confonde con la pratica stessa che il libro incarna, la poesia, cioè la composizione per mezzo delle parole. Questa volta, però, non si tratta di riconoscere nella poesia il realismo della rappresentazione figurativa. Gardini indica piuttosto una corrispondenza teorica, un’equivalenza che precede qualunque gesto della mano e che sta nell’osservare, nel capire i fenomeni e il caso, nel riconoscere la forma segreta di tutto, resistendo a infinite distrazioni e confusioni.
Con assoluto rigore metrico, e con un’applicazione della rima che vuole rappresentare ordine e bellezza, Istruzioni per dipingere insegue sempre la sintesi illuminante e la verità anche del momento più passeggero, fornendo al lettore una «scuola di osservazione» e, attraverso questa, una disciplina per la felicità.