Porodin, Serbia centrale. Manca poco allo scoccare della mezzanotte. Il fiume Morava scintilla per il riflesso della luna che sembra sul punto di volersi tuffare in acqua. Sette figure si avvicinano alla sponda, dove è ormeggiato il battello Notte della Morava. A invitarle nell’albergo galleggiante, eletto a dimora temporanea, è uno scrittore che ha deciso di ritirarsi dalla scena letteraria. I sette amici non sanno perché sono stati chiamati all’improvviso a raggiungerlo. C’è chi è stato svegliato da una telefonata, chi è stato mandato a chiamare da un messaggero, chi ha sentito una pietruzza lanciata contro il vetro della finestra infrangere il silenzio della notte. Grande è la loro sorpresa quando vedono l’uomo, notoriamente misogino, che li accoglie con una donna al suo fianco. Chi è questa donna? Un’amante? O forse una prostituta? O più semplicemente una persona che lavora per lui? I sette uomini gli siedono intorno, le domande si affollano, ma lo scrittore non vuole rispondere subito, ha un’intera notte davanti a sé. Una lunga notte per raccontare il viaggio che dall’isola di Krk l’ha portato in Spagna, a Numanzia e in Galizia, e poi in Germania e in Austria. Un viaggio per ritrovare le proprie radici, ma anche una fuga da una donna che l’ha inseguito ovunque per ucciderlo. E che forse adesso è la stessa che siede insieme a loro, in attesa dell’alba…
Peter Handke costruisce con la consueta maestria un viaggio vero e fantastico allo stesso tempo. Un viaggio catartico da cui nasce un romanzo notturno, illuminato da una luce magica, che è stato definito il romanzo più ambizioso e forse più personale del grande scrittore.