Uno dei grandi temi dell’opera di Predrag Matvejevic´ è l’identità: identità nazionali e ideologiche che si stratificano nella lingua e nella geografia, fedeltà e infedeltà che si riflettono nelle nostre personalità, sempre più sfaccettate e complesse. Perché siamo diventati tutti «ex», soprattutto in questo nuovo inizio secolo. In un mondo che si vuole laico e globalizzato, in una società che si proclama aperta e libera dagli idoli, dopo aver abbattuto i muri e spazzato via le menzogne, ci ritroviamo orfani di patrie e di ideologie, senza fedi né utopie, e al tempo stesso ne proviamo nostalgia. Ci sembra impossibile fare a meno delle «illusioni perdute» che hanno segnato il Novecento, e tuttavia sappiamo che il loro rigurgito può essere molto pericoloso. Proprio per aver denunciato con grande vigore gli scrittori e i poeti che nella ex Iugoslavia hanno riacceso quelle micce, Matvejevic´ è stato condannato da un tribunale croato a cinque mesi di carcere: in coda al libro, Claudio Magris denuncia proprio questo attentato alla libertà d’espressione, richiamando gli intellettuali alle loro responsabilità.
Mondo «ex» e tempo del dopo, riscritto e ampiamente integrato a distanza di un decennio ricco di eventi, affronta l’intricato nodo in cui ci dibattiamo, tra storia e politica, come individui e nella società. È un libro vivo e palpitante, dove una scrittura stratificata e sapientemente tornita si nutre della memoria per rispondere alle domande del presente.