Viaggiatore infaticabile per tutta la vita, Stendhal elegge l’Italia a meta privilegiata. Il viaggio è per lui una fonte di piacere e felicità, in cui si concentrano tutti i suoi interessi, dalla letteratura alla pittura alla musica, dall’ammirazione per gli spettacoli naturali alla curiosità per usi e costumi. Pubblicate nel 1829, le Passeggiate romane sono una tra le più suggestive guide che siano mai state scritte. Ricche di impressioni, cronache, divagazioni, intrecciano evasione e conoscenza, storia e aneddotica, autobiografia e ideologia. Stendhal non si limita a celebrare la Roma dei monumenti e delle opere d’arte. Le sue riflessioni sull’anomalia rappresentata dal governo pontificio, con gli splendori del passato e le miserie del presente, fanno da tessuto connettivo del libro. Ma gli squarci più vividi sono quelli dedicati al popolo minuto che dà alla città la sua fisionomia più autentica, moderne istantanee con cui l’autore conferisce anima e colore a queste cartoline romane che altrimenti rischierebbero di assomigliare troppo a vecchie stampe archeologiche.
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