Traduzione di Paola Francioli
La «casa a Brooklyn Heights» è una villa di mattoni gialli in Willow Street: ventotto stanze dal soffitto alto, una spaziosa veranda e uno splendido giardino. Truman Capote vi si trasferisce verso la fine degli anni Cinquanta, ospite di un amico. E si innamora subito del quartiere: «davvero poco attraente», per i più, ma ai suoi occhi «oltremodo interessante», con il suo intrico di viuzze, i suoi angoli appartati, il viavai di intellettuali, artisti, avvocati, delinquenti. «Serenamente austera, elegante e un po’ antiquata», come le sue abitazioni, Brooklyn emerge da queste pagine già carica dell’autenticità e del fascino che l’avrebbero fatta presto diventare, con la sua vista mozzafiato su Manhattan e sulla baia, una delle mete più glamour di tutta New York.