Esemplare commedia degli equivoci o romantica satira sull’amore e i suoi malintesi? Più che l’amara vicenda del principe d’Aragona e della sua innamorata Ero ingiustamente calunniata, in Molto rumore per nulla (1598), ambientata in un’assolata Messina, spicca la storia di Benedetto e Beatrice: brillante e misogino, il giovin signore padovano al seguito del principe esibisce a suon di motteggi e improperi il suo disprezzo per la spigliata nipote del governatore. Nonostante i continui scontri verbali, i due giovani, grazie a uno stratagemma degli amici che scommettono sul loro amore, scopriranno la segreta affinità che li lega e finiranno con l’arrendersi al sentimento. Il genio di Shakespeare si esprime qui soprattutto nelle briose schermaglie, negli scambi arguti e feroci, nelle battute vivaci e taglienti, a eterna riprova che può più la parola della spada e che la vita altro non è che un piccolo mondo di fittizie contrapposizioni che in un attimo il Caso dissolve nel nulla.
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