La scena è più o meno questa: hai fretta, quel tipo di fretta che nella testa stai già elaborando la scusa per il ritardo, devi ancora staffettare i bambini a scuola, fare benzina – quella che ieri hai detto “massì, la faccio domani che tanto si tengono sempre un po’ bassi e quando segna zero in realtà ce n’è ancora almeno mezzo litro – e affrontare il traffico cittadino, e sai bene che “sposta quel bus, sposta quel bus” non ti aiuterà affatto.
Sei riuscita a fargli fare colazione, vestirli e a cancellare le tracce della passata notte sui loro visi con un dito insalivato, puoi già vedere da lontano la linea di traguardo, ma poi succede quella cosa. Tuo figlio non vuole mettersi la giacca.
Tu lo sai, e lo sai bene, che un qualsiasi passo falso nell’opera di convincimento potrebbe scatenare una guerra che finirà con te che trascini a peso morto un bambino urlante giù per le scale avvolto in un sacco di iuta, quindi sollevi la testa verso l’alto, chiudi gli occhi, inspiri forte tutto il Tibet e richiami a te il santo potere di Mamma Topo Tip.
– Cucciolo della mamma – dici – è tardissimo, metti la giacchina che fuori fa molto freddo. –
– No! –
Non ci sono testimonianze, fino ad oggi, di persone che possono affermare di aver udito con le proprie orecchie un bambino rispondere sì a qualcosa che non sia “vuoi un Pan di Stelle?”
Qualcosa nella tua pazienza ha già iniziato a scricchiolare, inspiri più forte.
– Dai, sbrigati che facciamo tardi, metti questa accidenti di giacca. –
– No! –
Una venetta timida fa capolino sulla tua tempia, la Rottermeier che c’è in te interviene sentendosi chiamata in causa.
– Se non ti metti questa giacca subito, finisci in un collegio salesiano. –
Ahia, sei passata alle minacce. Brutto segno. La pedagogia dice che non servono a niente, sai? Sono controproducenti e non aiutano al rinforzo della nozione. Con i bambini bisogna essere pazie…
– NO! –
– METTI QUESTA CA** DI GIACCA ADESSO! –
Se il battito d’ali di una farfalla fa scatenare un uragano dall’altra parte del mondo, il tuo urlo ha messo in moto la tettonica delle placche in Corea del Nord, che adesso non esiste più. Ti ricordi quando eri incinta e ti eri ripromessa che non avresti mai permesso a tuo figlio di fare i capricci, che saresti stata ferma e irremovibile e lui ti avrebbe obbedito come un soldatino? Fa ridere pensarci adesso, mentre cerchi di infilargli a forza una giacca mentre si dimena come un’anguilla, eh?
Una cosa è certa: anche se hai dovuto trascinarlo in macchina per una gamba, snodarlo come una barbie per legarlo al seggiolino, lasciargli in mano metà dei tuoi capelli mentre lo passavi alla maestra e hai provato un certo sollievo una volta arrivata in ufficio, una parte di te dice che non vedi l’ora di vederlo correrti incontro sorridente stasera, dopo che tu ti sei crogiolata nel senso di colpa e lui, invece, ha fatto un ritratto di te che ridi e indossi il tuo vestito preferito.
L’AUTRICE – Giada Sundas è una giovane madre molto seguita in rete. Sui social racconta la sua esperienza di “madre imperfetta ma imperterrita” con freschezza e ironia. Il suo romanzo d’esordio, edito da Garzanti, si intitola Le mamme ribelli non hanno paura, e racconta la storia di Giada dal giorno in cui la piccola vita di Mya, sua figlia, ha cominciato a crescere dentro di lei.
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Fonte: www.illibraio.it